Significato colori e simboli della Juve

Significato colori e simboli della Juve

- Categorie : Storia squadre

In Italia la santificazione di una maglia è prassi consolidata. La maglia di una squadra di calcio è considerata dai tifosi italiani come un vero e proprio cimelio, talvolta sacro, di accezione blasfema, da custodire con tanta cura. Va trattata un po’ come fosse la propria bambina da accudire e tenere lontano dai pericoli del mondo.  Ciò vale soprattutto in alcuni contesti rispetto ad altri in cui, invece, questa tendenza è meno spiccata.

Fatto sta che la maglia della Juve, ad esempio, specialmente in determinate parti del sud, è qualcosa che accompagna le giornate del tifoso pressoché tutti i giorni o quasi. Parliamo del sud Italia perché è lì c’è una grossa fetta di tifosi bianconeri, se non la maggior parte. Si concentrano nella parte meridionale del Paese. 

Come ben sappiamo, la Juve è una squadra universale che travalica i confini regionali del tifo. Motivo per cui è la squadra più seguita d’Italia naturalmente, soprattutto dai più giovani. Ma gli stessi giovani sanno qual è la reale origine di maglia, stemma e colorazione bianconera sulle divise? In tanti non lo sanno ed è per questo che è giusto documentarsi in quest’ottica per acquisire anche una maggiore cultura calcistica. Per questo ci siamo noi a farvi fare una cultura su questo e tant’altro. Seguite con attenzione.

La maglia della Juventus: la sua evoluzione

Nei primi anni di storia bianconera, la prima divisa ufficiale della squadra aveva sempre il nero come colore primario, ma accompagnato da una tonalità rosa. Uniti, facevano il rosanero, la prima storica maglia della Juventus. I fondatori del club, verso la fine dell’800/inizio 900, versavano in condizioni economiche non propriamente rosee, per usare un eufemismo. Per questo ripiegarono sul tessuto meno costoso sul mercato.

Maglia replica della Juventus

Anche all’epoca il colore rosa veniva visto come una sfumatura cromatica non proprio maschile e se ne discusse molto su questo anche a quei tempi. Da lì in poi si decise di cambiare e di virare su un colore rosso con bordini bianchi. Ci pensò tale Gordon Thomas Savage a mettere in atto questo cambiamento, ispirandosi alle divise della squadra inglese del Nottingham Forest.

Successe ad un certo punto che la fabbrica tessile che doveva inviare l’acquisto delle maglie da Nottingham sbagliò l’ordine e inviò al posto delle classiche divise rosse delle nuove divise in stile bianconero. Un po’ per pura coincidenza e un po’ per segno del destino, la maglia ufficiale della Juve divenne bianconera a partire dagli inizi del 900. È da lì che, in pratica, cominciò la fortuna di questa maglia, in tutti i sensi.

In concomitanza con l’arrivo della nuova maglia, la Juve vinse anche il suo primo Scudetto nell’anno 1905. Negli anni 30 lo scollo a V bianco sostituì il colletto della maglia e a partire dagli anni 40 in poi venne aggiunta anche la numerazione dietro la maglia, nel caso della Juve bianca su fondo nero, per tutti i calciatori in campo. Numerazione che, poi, a cavallo tra gli anni 50 e 60 assunse connotati di colore rosso. La forma del colletto divenne circolare e le righe più ampie.

È a partire dalla stagione 1958/1959 che si cuce sulla maglia della Juve la stella d’oro a 5 punte, una sorta di omaggio celebrativo al decimo Scudetto complessivo conquistato dal club sin dalla sua nascita. Fu il primo caso in assoluto a livello nazionale e da lì se ne seguì l’esempio per le future generazioni sportive.

Le maglie degli anni 70/80 si caratterizzano per una vestibilità più aderente. I numeri tornarono ad essere bianchi, così come i pantaloncini. Dal 1979 in poi ci fu l’autorizzazione da parte della Lega a mostrare sulle proprie maglie di gioco il marchio dello sponsor tecnico, posizionato sulla parte destra della divisa. Un’innovazione vera e propria in fatto di marketing e merchandising che diede sfogo alla liberalizzazione delle sponsorizzazioni commerciali.

Nel 82/83 si aggiunge un’altra stella alla maglia della Juve dopo la vittoria del 20simo Scudetto conquistato nella stagione precedente. C’è l’avvento del triangolino tricolore sulle maglie in questo periodo, che caratterizzerà la Juve per i successivi anni grazie ad altri trofei nazionali vinti.

Gli anni 90 vedono la sostituzione del cotone nella realizzazione di maglie per far spazio al materiale sintetico. L’allora sponsor tecnico, Kappa, verso la fine di quel decennio volle fare una sorta di remake delle prime maglie ufficiali attraverso i numeri colorati di rosso sulle maglie. 

Dagli anni 2000 in poi si perde un po’ lo spirito della tradizione e si passa al marketing più sfrenato e moderno, tanto è vero che ogni anno, se notate, le maglie della Juve cambiano a seconda delle stagioni e delle ricorrenze. I tifosi bianconeri, ma non solo, avranno tuttavia notato che la colorazione rosa dei primi tempi è rimasta comunque intatta. Un inno alla tradizione in un calcio sempre più moderno e globalizzato, per certi versi.

Storia dello stemma della Juventus

Sappiamo tutti che il simbolo della Juve si chiama zebra. Lo sanno anche i bambini. Ma all’inizio non era proprio così. Il logo ha cambiato più volte aspetto nel corso degli anni. Si presentava alle prime armi con una simbologia ispirata allo scudo della città di Torino del 19° secolo e tutto attorno c’erano 7 strisce bianconere. Lo sfondo divenne blu.

Soltanto dal 1929 in poi si passò dall’immagine del toro all’immagine emblematica della storia juventina, vale a dire la zebra rampante. Un’immagine che secondo alcuni testimoniava un’antica nobiltà insita nel club. Dagli anni 30 agli anni 70 ci fu un ritorno al passato e all’immagine cromatica del toro, sostituita definitivamente e nuovamente dalla zebra in concomitanza con il cambiamento dello stemma della città di Torino. Si abbandonò lo scudo cittadino e si ripiegò sul simbolo societario con righe bianche diagonali e le 2 stelle dorate per omaggiare i 20 Scudetti vinti fino a quel momento.

Gli anni 90 segnano di nuovo il passaggio dalla zebra al toro, come un batti e ribatti infinito. Stavolta, però, lo sfondo, non era oro, ma blu con scritte nere. Dal 2000 in poi vengono tolte le stelle sullo stemma e il colore oro rimase visibile solo nella curva sotto il nome. 

La scritta Juve assunse un effetto quasi tridimensionale. Dal 2017 in poi è stato eliminato in maniera perentoria l’immagine dello scudo con il toro e dell’ovale. Il logo presenta una scritta J grande stilizzata con le successive lettere che richiamano, per l’appunto, alla Juventus. La squadra del cuore di tanti tifosi sparsi per l’Italia. Abituati a vincere e raramente a perdere.

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