I migliori giocatori della storia del Toro

I migliori giocatori della storia del Toro

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Tifare per il Torino a Torino sembra avere un sapore decisamente diverso. In una città e in un contesto nel quale l’altra sponda calcistica, la Juventus, ha sempre e comunque la meglio in ogni stracittadina, diventa complicato negli anni tifare per il più debole. Si tende sempre a tifare per il più forte, una tendenza diffusa soprattutto tra i giovani tifosi.

Soprattutto i ragazzi di oggi sono abituati a crescere sotto il mito della Juve vincente e del Torino perdente, calcisticamente parlando. Un assioma che trova concretezza e risposta nei risultati ottenuti sul campo dal toro nelle ultime stagioni, non propriamente esaltanti, per usare un eufemismo.

Sono state annate sempre piuttosto faticose e altalenanti, in cui sono state maggiori le amarezze e le delusioni rispetto alle vere e proprie soddisfazioni. Il piazzamento in Europa dovrebbe essere l’obiettivo di stagione per una squadra gloriosa come il Torino. La squadra e la città a cui sono associati grandi giocatori, la maggior parte dei quali hanno giocato nel Grande Torino.

Il Grande Torino emblema del bel calcio

Quel Grande Torino è considerata dai cultori del calcio e dagli addetti ai lavori come la squadra italiana più forte mai vista e che sia mai scesa su un campo di calcio. In effetti, nessuna squadra al mondo ha rappresentato il calcio italiano come hanno fatto quegli 11 granata e più.

Una credibilità e reputazione assunta a livello nazionale e internazionale sin dai primi momenti e consolidata grazie ai numerosi successi e titoli inanellati in una serie costante e quasi inarrestabile. Un vero e proprio mito, al pari della Ferrari, di Coppi e Bartali e di tanti altri sportivi che nelle rispettive discipline hanno scritto la storia.

A guidare questo esercito di grandi campioni un capitano per antonomasia, Valentino Mazzola. Uno dei più grandi giocatori italiani legati al calcio di una volta, quello rappresentato in bianco e nero. 

Una squadra leggendaria a dir poco. Rimasta nel cuore di tutti, a maggior ragione dopo il triste epilogo di Superga, che tutto il mondo del calcio ormai conosce. Quel maledetto aereo schiantatosi ha fatto sì che si fermasse una grande tradizione granata che travalicava i confini calcistici per porsi come emblema e pietra miliare del gioco del calcio. 

Di quella squadra facevano parte personaggi storici e conosciuti all’epoca come Aldo Ballarin, Romeo Menti, Mario Rigamonti, Ruggero Grava e tanti altri. Ci fu addirittura un sopravvissuto facente parte della squadra, tale Sauro Tomà, che non salì su quell’aereo maledetto di ritorno da Lisbona perché infortunato.

Gli altri grandi giocatori del Torino

Vero, il Grande Torino ha scritto in larga parte la storia del club piemontese, ma ridurre la storia di una squadra a quell’unico periodo, seppur glorioso e ricco di successi, sarebbe esercizio troppo semplice e, per l’appunto, riduttivo.

Il Torino ha avuto tanti altri grandi calciatori che non saranno stati fortunati nel giocare in quella famosa squadra, ma hanno comunque un loro pedigree calcistico più che dignitoso. Basterebbe citare anche soltanto il centrocampista elegante chiamato Renato Zaccarelli. Un’autentica bandiera del toro negli anni 70. 

Uno che assicurava sempre il suo rendimento costante e ai massimi livelli. Un vero e proprio numero 10 dalla classe raffinata, che vanta un record di spessore: è ancora oggi l’unico ex calciatore granata o attuale ad aver segnato un gol in un Mondiale con la maglia dell’Italia nella fase finale argentina del 1978.

La celebre coppia gol Pulici-Graziani è considerata ancora oggi una delle più forti e prolifiche di sempre, soprattutto a livello italiani. In due hanno segnato una marea di gol, contribuendo in maniera decisiva al famoso scudetto del 1976.

Claudio Sala era un poeta a livello calcistico e autentica spalla del duo Graziani-Pulici menzionato pocanzi. Ambidestro, dotato di un gran dribbling. Uomo di spessore, nominato capitano del toro nell’anno dello scudetto. Non proprio uno qualunque, insomma.

Valentino Mazzola è stato menzionato in precedenza e rappresentava il giocatore in grado di coprire qualsiasi ruolo, in pratica, dalla difesa in su. Possedeva tutto e sembrava non avere difetti sul piano strettamente tattico e tecnico. Bandiera di quel grande Torino con cui vinse 5 scudetti.

Se ci si vuole ricondurre a tempi più attuali, il gallo Belotti, soprattutto nella sua prima parte di carriera, incarna l’emblema dell’attaccante con il fiuto del gol, anche se ultimamente ha perso un po’ di colpi e di smalto, trascinato da stagioni non brillanti a livello di squadra.

Quando si parla di bomber viene subito in mente uno o più paragoni con altri colleghi dallo stesso fiuto, se non sostanzialmente superiore, come i vari Marco Ferrante, Rolando Bianchi. Parlando di giocatori di fascia, non si può non celebrare un autentico stacanovista del ruolo come Antonino Asta, che a cavallo tra gli anni 90 e 2000 correva avanti e indietro per il campo. Una risorsa e una freccia in più all’arco del toro, come non se ne fanno più su certe fasce. 

Avere la maglia del Torino, che sia di Antonino Asta o di un Diego De Ascentis qualsiasi poco importa: l’importante è avere dentro un cuore toro che fa guardare oltre i risultati e rafforza il senso di appartenenza ad una causa calcistica nobile e dalla tradizione antica.

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