Perché l’Atalanta si chiama Dea?

Perché l’Atalanta si chiama Dea?

- Categorie : Storia squadre

Intriso di mitologia, poesia e senso dell’artistico. L’Italia non solo un Paese di poeti e navigatori, come avrebbe detto qualcuno in passato, ma a metà tra mito e realtà. Vale nella tradizione, nella cultura, così come nello sport. Anche il calcio italiano presenta vari esempi di squadre nate sotto la stessa della mitologia e dell’epica. 

Ad ogni squadra generalmente è associato un soprannome o, comunque, un nomignolo legato ad un passato lontano come segno di distinzione rispetto ad altri. Ad esempio, la Dea storicamente è quella divinità associata all’Atalanta. Ma da cosa scaturisce questo tipo di associazione? Nel dettaglio lo scopriamo meglio. 

Nascita ed evoluzione dell’Atalanta 

Partiamo col dire che l’Atalanta è una squadra che nasce nell’ottobre 1907 grazie all’idea di alcuni studenti liceali, i quali fondarono la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta. Si diede vita naturalmente alla sezione calcio e da lì nacque tutta la trafila storica della squadra. I colori sociali erano bianconeri. 

I bergamaschi non hanno una storia florida e ricca di trofei, ma possono comunque vantarsi, a differenza di tante altre squadre italiane, di aver partecipato a competizioni europee, peraltro ben figurando, non soltanto negli ultimi anni. Inoltre, vanta anche un piccolo record per il campionato italiano: è la squadra che in Serie A ci è stata più volte. Detiene anche il record assoluto di promozioni dalla Serie B alla Serie A.

La Dea e la storia di una mitologia 

In tanti conoscono la storia recente dell’Atalanta, fatta di ascese sia in campo italiano che in campo europeo. Tra Champions e campionato la squadra sta facendo faville e rendendo orgogliosi i tifosi della Dea. Ecco, ma da cosa trae origine l’Atalanta in quanto Dea? In pochi conoscono la vera storia che gira intorno a tutto ciò. Una storia che si lega alla mitologia greca. 

C’è da dire innanzitutto che il nome Atalanta deriva dall’eroina mitologica greca, chiamata per l’appunto Atalanta, dea della velocità. Si dice in questo senso che fosse talmente veloce e molto sportiva da indire una sorta di concorso per cui chi l’avesse battuta durante una gara di corsa se la sarebbe aggiudicata come sposa, mentre tutti gli altri sarebbero stati uccisi. Alla fine finì per sposare Melanione, il vincitore della corsa in questione. Una leggenda che affonda le sue radici nel classicismo.

La Dea vola con la tifoseria organizzata

La Dea è famosa in Italia non soltanto per ragioni mitologiche, ma anche per altro. L’Atalanta ha sempre avuto come chiaro segno distintivo in Italia la passionalità, talvolta estrema, dei suoi tifosi. Una tifoseria organizzata molto incisiva, la quale durante il periodo festivo organizza anche la cosiddetta “Festa della Dea”, una sorta di ricorrenza popolare a base di musica e cucina locale per rinsaldare il proprio legame con il club e con la sua storia.

La Curva Nord è nota per comprendere gruppi organizzati decisamente estremi e partecipativi, che incarnano la tipica mentalità ultras. Il Club Amici, i Commandos, gli Sbandati e le Brigate Neroazzurre lasciano trasparire un’impronta a metà tra la morigeratezza e l’eccesso più sfrenato e violento. 

Nel corso degli anni certe mentalità riscontrano consensi, ma anche divisioni, talvolta anche all’interno della stessa curva. Nascono così conflitti sul piano calcistico e sociali con altre squadre e città, vedi su tutte Brescia, Inter, Napoli, Genoa, etc.

Attualmente l’Atalanta rappresenta una delle realtà più vive e illuminanti del calcio italiano. Un riscontro oggettivo che nasce da lontano, dai fatti, attraverso la cura di un settore giovanile florido e ben fornito, da cui sono usciti tanti grandi talenti che poi hanno spiccato il volo in altre squadre, sfruttando proprio la Dea. Modello societario e calcistico per eccellenza che sta dando molti frutti, soprattutto negli ultimi anni. 

Non solo la storia, la mitologia e il merchandising accessori dell’Atalanta hanno contribuito nel tempo a costruire un’immagine bella e affascinante di squadra e città bergamasca. Anche i tifosi hanno dato il loro contributo da questo punto di vista. Nonostante l’alternanza Serie A-Serie B, riscontrata a Bergamo spesso e volentieri nel corso degli anni prima della grande scalata ai vertici, ora anche per loro è arrivato il momento di sognare con i posizionamenti d’alta classifica sia in Serie A che in Champions League. Un sogno ad occhi aperti da cui nessun tifoso bergamasco vuole svegliarsi. La Dea vuole volare sempre di più. Oltre la mitologia per entrare nella storia. Quella calcistica, ma non solo.

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