La storia dietro i numeri delle maglie dei giocatori di calcio

La storia dietro i numeri delle maglie dei giocatori di calcio

- Categorie : Storia squadre

Il calcio non è fatto solo dai calciatori. Non sono soltanto loro a scrivere la storia e ad evolvere in via esaltante il gioco più bello e coinvolgente al mondo. Fanno parte di questo ambiente attori di primo piano come tifosi, addetti ai lavori, dirigenti, opinionisti e quant’altro. I calciatori vengono ricordati in misura maggiore per le loro gesta sul campo e identificati nel tempo attraverso i numeri di maglia. 

Dietro ogni numero c’è una scelta personale ben ponderata, pensata anche a lungo talvolta. Ognuno si affida ai propri pensieri e alle proprie riflessioni. Per questo i numeri di maglia dei giocatori di calcio possono avere un significato e una storia particolare. Non sempre, ma spesso e volentieri è così.

I motivi della scelta di un numero di maglia

Ad esempio, si può scegliere un numero che ricorda una ricorrenza particolare o una giornata speciale per il singolo calciatore. Lo si può scegliere anche semplicemente per esigenze di scaramanzia o per ragioni religiose, tanto per dire. 

I motivi possono essere molteplici, di tipo personale o ironico. Si va dalla connessione al Karma al legame con un idolo calciatore di un’altra squadra fino ad arrivare ad esempi riguardanti il mantenimento del numero indossato quando si giocava la squadra precedente, l’ironia legata al proprio cognome o perché c’è da onorare la mamma, il papà o la moglie.

Le maglie ritirate più famose al mondo

Il calcio ha assunto negli anni un’usanza consolidata e dal sapore commemorativo. Ritirare il numero di maglia di una squadra di calcio relativamente ad un grande campione o un giocatore fedelissimo alla maglia stessa è prassi comune, soprattutto nel campionato italiano. Una svolta epocale, connessa a quella inerente la numerazione maggiore da 1 a 11, partita ufficialmente dal 1995 in poi. In genere ad ogni numero di maglia corrispondeva un certo ruolo, ma non essendoci più la numerazione ufficiale e in ordine cronologico, questa separazione dei ruoli è ancora più marcata e non più fissa come un tempo.

Tutto ciò rappresenta un costume mutuato dagli USA e da uno sport come il basket che si caratterizza, tra le tante cose, soprattutto per questo omaggio datato nel tempo. Basti pensare che i Los Angeles Lakers, ad esempio, hanno ritirato ufficialmente il numero 24 del compianto Kobe Bryant. Gli esempi da citare, più o meno celebri, sono disparati per quanto concerne la Serie A.

Per la prima volta in Italia venne attuato il ritiro del numero di maglia di un calciatore nel momento in cui l’Atalanta decise di togliere il 14 di Federico Pisani dalla circolazione. Nessuno più lo indossa da quando questo giocatore è scomparso tanti anni fa. Potremmo citare anche i vari Niccolò Galli, per cui il Bologna ha ritirato la maglia numero 27, il 13 di Vittorio Mero al Brescia, la 25 di Piermario Morosini tra Vicenza e Livorno e la 30 di Jason Mayélé al Chievo, etc. 

Le più famose sono quelle di personaggi emblemi della fedeltà e lealtà verso una sola squadra nel corso della loro carriera. Ci riferiamo a calciatori di spicco come Franco Baresi, Paolo Maldini, Javier Zanetti e Giacinto Facchetti. Più recente il passo della Fiorentina per onorare la memoria di Davide Astori, scomparso nel 2018, il cui numero 13 è ancora ben impresso nella memoria di tutti, non solo dei tifosi viola.

I casi di numeri di maglia ritirati per giocatori ancora vivi sono anch’essi molteplici e ricorrenti. Celeberrimo l’11 di Gigi Riva messo in soffitta dal Cagliari, così come la 10 di Roberto Baggio al Brescia, la 10 di Francesco Tavano dell’Empoli il Genoa che non consente più a nessun altro di avere la 7 di Marco Rossi. Per non parlare dell’omaggio più famoso al mondo da questo punto di vista: la 10 del Napoli di Diego Armando Maradona come simbolo sacro e intoccabile. 

Le curiosità più originali sui numeri di maglia 

Non ci sono solo motivazioni di ricorrenze o celebrazioni dietro la scelta di un numero di maglia. Spesso c’è qualcosa di molto più semplice, ma originale allo stesso tempo. Ad esempio, il Parma ha deciso di ritirare la maglia numero 12 come forma di rispetto verso la sua Curva Nord, considerato un po’ come fosse il 12simo uomo in campo.

La Nazionale dell’Argentina, tra i Mondiali del 1978 e del 1982, mise in atto una numerazione decisamente alternativa: ogni giocatore usava il numero corrispondente alla posizione della prima lettera del suo cognome nell’alfabeto. In quella Nazionale c’era anche un tale di nome Osvaldo Ardiles, ruolo centrocampista, ma col numero 1 sulla maglia. Un unicum nel calcio internazionale.

Mario Balotelli si affida al 45 perché gli ricorda lo stesso numero di maglia che indossava quando fece il suo primo gol tra i professionisti in una partita contro la Reggina. David Beckham si mostrava in campo con il 23 ai tempi del Real Madrid per avvicinarsi in qualche modo al suo idolo Michael Jordan.

I numeri di maglia più strani nella storia del calcio 

A volte nella scelta di un numero di maglia un giocatore si affida anche all’ironia e allo scherzo. Si finisce addirittura per giocare un po’ e volare con la fantasia attraverso il proprio cognome. Numeri di maglia particolari legati ad un cognome si riconducono a Nani della Lazio, che scelse il numero 7 per scatenare l’ironia più infantile possibile. Potete ben immaginare il perché. Cristiano Lupatelli, ruolo portiere del Chievo Verona, indossò la numero 10 perché fece una scommessa con gli amici e la vinse. Un altro ex portiere, Salvatore Soviero, nella stagione 2006/2007 fece scalpore con la sua maglia numero 8 da portiere della Reggina.

Hakan Sukur, ex attaccante turco dell’Inter tra le altre, optò per il numero 54 perché coincideva con la targa della sua città di origine, Sakarya. Un giocatore di nome Fabio, cognome Gatti, quando era nel Perugia associò il suo cognome al numero 44, ispirandosi ad una famosa canzone dello Zecchino d’Oro del passato. C’è persino chi ha osato di più con la collocazione di 2 numeri dietro la maglia e non solo uno. Ivan Zamorano all’Inter è diventato celebre per questo: aveva dietro la schiena lo storico 1+8 poiché il 9 era già occupato da Ronaldo in squadra e, dunque, si affidò alla logica matematica pur di avere quella numerazione.

Maglia replica ufficiale Napoli o di qualsiasi altra squadra, dalla Serie A alla Serie Z, assume un significato e un’importanza ben precisa all’interno delle nostre vite. I numeri di maglia rendono questi significati intrinseci ancora più accattivanti e affascinanti per il tifoso. Dietro un numero spesso c’è una storia, una immedesimazione in sé stessi o negli altri. 

Inevitabile, dunque, che certe maglie con annessi numeri abbiano un peso specifico maggiore rispetto ad altre. Aspetto non banale. E da questo punto di vista un numero rispetto ad un altro può cambiare la storia e incidere pesantemente sul destino di una squadra di calcio e di un giocatore, anch’esso. Per questioni scaramantiche, ma anche puramente sportive.

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