Il significato dei numeri dei giocatori del Milan

Il significato dei numeri dei giocatori del Milan

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In questi ultimi anni il Milan non è più il Milan. Attraversato da un processo di ampliamento e metamorfosi societaria che fatica a completarsi del tutto, la società rossonera appare in grossa difficoltà, per usare un eufemismo. Non è più quel grande Milan che abbiamo ammirato in Italia e in Europa, pronto a fare scorta di titoli e trofei qua e là. Di quel Milan ormai non c’è più niente, spazzato via dall’incertezza e da bufere societarie e tecniche. Il massimo dell’obiettivo che ci si pone in questo momento è andare a giocare la Champions League, che peraltro non si vede da tempo a San Siro sponda rossonera.  Mentre i cugini nerazzurri assaporano l’aria d’Europa, a Milanello e dintorni non se ne parla neanche. Anche l’obiettivo Champions, di questi tempi, diventa qualcosa di difficile realizzazione e allora si può puntare su una più modesta e realistica Europa League. Sarebbe già un grande successo di questi tempi.

Il tifoso rossonero dovrà abituarsi per tanto tempo a sentirsi ridimensionato negli obiettivi e nei programmi di stagione. Ci sta già facendo l’abitudine in realtà. Lui che ha visto passare sotto gli occhi grandi campioni, ma anche grandi delusioni.  Calciatori che si presentavano con determinate aspettative e se ne andavano con ben altre valutazioni oggettive. Da questo punto di vista i numeri di maglia hanno un’alta incidenza. Per chi ci crede, la scaramanzia conta anche nel calcio e certi numeri sono da evitare rispetto ad altri, stando all’andamento del Milan in anni scorsi.

La maledizione del numero 10

Al Milan il numero 10 ha sempre espresso una ventata di genialità e di saggezza calcistica, affidata nei piedi migliori ovviamente. Con questo numero sulla maglia sono passati campioni del calibro di Rivera, Gullit, Savicevic, Seedorf, Boban, Rui Costa e tanti altri. Ma ci sono stati cosiddetti “bidoni” con la 10 come Roberto Antonelli, Vinicio Verza, Chicco Evani, Kevin Prince Boateng e Keisuke Honda, tanto per fare qualche nome. Per non parlare dell’attualissimo Calhanoglu. Quella 10, dunque, non salva propriamente da brutte figure e stagioni incolore, anzi. Meglio starci alla larga paradossalmente, soprattutto di questi tempi.

Altro numero maglia maledetto al Milan: il 9

Dal 10 al 9 il passo è breve in termini di rendimento ondivago, altalenante in maglia rossonera. Caso celebre e recente al Milan è la maglia numero 9 indossata da Piatek, attaccante poi venduto in Germania. Prima ancora c’era stato Gonzalo Higuain che il tifoso rossonero non ricorda con estremo piacere, sempre per usare un eufemismo. Da quando Pippo Inzaghi è andato via dal Milan quella maglia numero 9 ha sempre assunto un peso specifico maggiore, come se si dovesse necessariamente dimostrare subito qualcosa per non finire dritti nel dimenticatoio. Dopo Inzaghi, il disastro tecnico più totale. Si è passato da giocatori come Pato, Matri, Fernando Torres, Mattia Destro, Bacca, Kalinic, passando per Luiz Adriano, Lapadula e Andrè Silva. E poi c’è chi come Patrick Cutrone utilizzò uno stratagemma preciso: indossare la maglia numero 63 sulle spalle per rievocare la somma 6+3=9 e illudersi di avere quel numero sulla maglia.  Ma questo non salvò neanche lui dalla maledizione che continua a imperversare in casa rossonera. C’entra solo la scaramanzia o c’è anche dell’altro? I tifosi continuano a interrogarsi in questo senso tra mille perplessità.

Statistiche e curiosità sui numeri di maglia Milan

Tante curiosità ruotano intorno ad alcuni numeri di maglia indossati da giocatori del Milan del passato. Ad esempio, potremmo dire che il numero 23 è stato quello più longevo indossato da un solo calciatore. Massimo Ambrosini lo ha indossato per ben 15 stagioni rossonere. Meglio anche di Paolo Maldini, che con la sua numero 3 si ferma a 14 stagioni consecutive. Più calciatori del Milan hanno indossato la maglia numero 11, ben 13. In successione c’è il 14, finito sulle spalle di 12 calciatori. I numeri che non sono mai mancati sulla maglia di un calciatore del Milan sono i seguenti: 1, 4, 8, 20 e 23. Solo 26 numeri su 99 non sono mai stati usati da alcun calciatore. Il numero 1 in porta del Milan è stato presente in quanto tale solo in 6 occasioni su 19: per 2 volte Rossi e per 4 volte Dida. Per 2 volte, invece, un giocatore del Milan si è caratterizzato per la scelta, talvolta forzata, di usare 2 numerazioni diverse per le partite di campionato e di Champions League. Successe ad Abbiati nella stagione 2004/2005, mentre Taarabt fu costretto a farlo perché nelle Coppe lo stesso numero non poteva essere indossato da due diversi giocatori della stessa squadra, motivo per cui abbandonò la sua numero 23 che era assegnata a Nocerino.

Le storie che ruotano intorno ai numeri di maglia dei giocatori del Milan sono delle più strambe e svariate, ma hanno un loro significato e fondo di verità, come testimonia la condizione maledetta che aleggia sulla maglia numero 9. C’è chi ci crede e chi no, ma le statistiche individuali e di squadra in questo senso parlano chiaro.

 

Potete indossare la maglia replica ufficiale del Milan di un Higuain o di un Piatek vecchio stampo, ma poi la “maledizione” calcistica potrebbe colpire anche voi, magari quando giocherete a calcetto con i vostri amici la prossima volta. State ben attenti.

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