I riti scaramantici e i portafortuna del tifoso dell’Inter

I riti scaramantici e i portafortuna del tifoso dell’Inter

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Il mondo del calcio non si compone soltanto di calciatori, pallone e campo di gioco. Ci sono tutta una serie di dinamiche che girano intorno allo sport più bello e praticato al mondo. Dinamiche che spesso e volentieri sfuggono alla logica razionale per immergersi direttamente nella sfera irrazionale, emotiva e difficilmente controllabile, se non impossibile.

D’altronde, la passione e il tifo per una squadra di calcio hanno una componente essenzialmente irrazionale molto sviluppata, anche se magari non ne siamo consapevoli di questo. 

Si può controllare a proprio modo e in base alle proprie emozioni il tifo stesso, ma non lo si può controllare completamente. Nei momenti difficili e complicati si soffre eccome per la propria squadra, ma si soffre anche quando le cose sembrano andare per il meglio.

È un atteggiamento inconscio che bene o male colpisce ognuno di noi che è portato a dare tutto il supporto e la vicinanza maggiore ai propri beniamini al fine di farli rendere nelle loro migliori possibilità. Ci sono tanti casi nel mondo di atleti e tifosi che utilizzano le strategie scaramantiche più disparate per allontanare il cosiddetto “malocchio” o malasorte, se vogliamo intenderla in un’altra maniera. 

Non tutti ovviamente credono nella scaramanzia e nei suoi poteri, ma in tanti portano comunque avanti un proprio rito per non farsi trovare impreparati in questo senso. Il tifoso dell’Inter, ma non solo.

Riti e scaramanzie nel mondo del calcio

 I tifosi sono certamente più scaramantici del semplice calciatore o addetto ai lavori, ma anche questi ultimi non sono da meno. Chiaramente, a seconda delle provenienze geografiche, questo aspetto viene acceso di più o enfatizzato di meno.

Molto celebre, ad esempio, il gesto che faceva un ex allenatore dell’Inter, il grande Giovanni Trapattoni. Divenne celebre la sua bottiglietta di acqua santa cosparsa in panchina ai tempi del Mondiale di Corea 2002, quando allenava la Nazionale italiana. Purtroppo in quel caso non servì a molto, anzi, ce lo ricordiamo bene il perché.

Possiamo citare anche un santino nel parastico utilizzato come portafortuna nel Mondiale 82 da un altro ex nerazzurro, Marco Tardelli.  C’è persino chi si affidava alla magia prima di ogni partita come l’ex allenatore di Milan e Roma Nils Liedholm. Pare che si rivolgesse addirittura ad uno stregone prima di fare la formazione ogni partita.

Altri casi celebri sono quelli riconducibili all’ex allenatore Renzo Ulivieri, il quale ha utilizzato lo stesso cappotto, considerato portafortuna, per un’intera stagione calcistica, nel 1996, quando era sulla panchina del Bologna. E in quella stagione il Bologna, peraltro, conquistò la Serie A. 

Maradona ne aveva tanti di gesti scaramantici, come salutare i tifosi, farsi fotografare con un membro dello staff tecnico, telefonare alle figlie e farsi recapitare prima di ogni gara una copia del giornale che celebrava le sue gesta con l’Argentina. 

Per non parlare del celebre bacio di Laurent Blanc al portiere Fabien Barthez al Mondiale del 1998 vinto proprio dalla Francia e noi italiani ce lo ricordiamo purtroppo bene. Ce ne sarebbero tanti altri da menzionare, ma l’elenco sarebbe troppo lungo e disparato perché il malocchio è una componente tenuta molto in considerazione del mondo del calcio, contrariamente alle opinioni correnti.

I riti scaramantici del tifoso dell’Inter

Ci si inventa spesso e volentieri le usanze e le abitudini più strane pur di far rendere perfettamente o quasi la propria squadra prima di una partita. I tifosi dell’Inter non fanno eccezione da questo punto di vista, anche perché in Italia la componente fortuna o sfortuna è molto accentuata in un senso o nell’altro.

Ci sono ad esempio quelli che a San Siro o a casa loro sventolano la sciarpa dell’Inter per un determinato numero di volte o magari la collocano nello stesso posto e non la muovono da lì. Esiste anche chi abbina ad una sciarpa sempre la stessa felpa o la stessa maglia indossata durante una partita memorabile e indimenticabile, come può essere un derby, ad esempio.

Altri gesti scaramantici riscontrati in giro tra i tifosi dell’Inter riconducono ad un movimento e ad un giro della bandiera ufficiale dell’Inter fatto per un certo numero di volte, magari in senso antiorario. Diviene essenziale, da questo punto di vista, ruotare avanti e indietro il bracciale dell’Inter indossato sul braccio prima di ogni partita o portarsi con sé il solito portachiavi dell’Inter acquistato magari prima di un grande match andato a buon fine.

I metodi possono essere quelli più alternativi e fantasiosi, ma alla fine è indispensabile non perdere mai di vista la realtà delle cose e concentrarsi sul tifo e sulla passione non soltanto irrazionale, ma anche razionale, che è quella che, poi, fa maggiormente la differenza. Il tifoso dell’Inter, un po’ come tutti i tifosi d’Italia, si distingue per questo e tanti altri gesti che magari conoscono soltanto i diretti interessati e noi non sappiamo del tutto.

“Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, avrebbe detto il mitico Lino Banfi. Una trasposizione di ciò che già esisteva nel calcio e che rappresenta un aspetto sempre più considerato, a dispetto delle logiche sportive e razionali.

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